Ostalgie: la nostalgia dell'Est

APPROFONDIMENTI

La parola Ostalgie (a volte liberamente tradotta in italiano come "Ostalgia") è la fusione delle parole Ost e Nostalgie, rispettivamente est e nostalgia. Fu utilizzata per la prima volta sulla TV tedesca nel 1992 e da allora è un termine di uso comune per definire una serie di comportamenti che hanno come denominatore comune una passione nostalgica per la DDR.

La parte più complessa e controversa dell’Ostalgie è la conseguenza politica: si parla dei moltissimi cittadini dell’ex DDR che tuttora rimpiangono il passato regime, dato che quando la Germania si riunì - nel 1990 - di fatto queste persone si trovarono a vivere in un paese unito che era organizzato ad immagine e somiglianza della Repubblica Federale Tedesca. In sintesi, uno stato capitalista. Emerge da un'autorevole indagine condotta nel 2009 dal giornale der Spiegel che il 57% dei cittadini delle regioni ex socialiste dichiarò il desiderio di tornare alla DDR. Di fatto, il sentimento comune era che la libertà che i tedeschi dell'Est avevano conquistato sulla carta era comunque preclusa ai più, a causa delle svantaggiate condizioni economiche della Germania orientale.

Alla caduta del muro - ovvero da un giorno all’altro - la disoccupazione nelle regioni dell’Est cominciò a crescere, praticamente da zero fino ad una percentuale media del 20%. Chi pagò il prezzo maggiore di questa svolta furono soprattutto le donne: nei due anni successivi alla riunificazione il 70% perse il lavoro, spesso ruoli di responsabilità. Inoltre, nella DDR era pratica comune che nelle industrie di stato le donne percepissero stipendi uguali agli uomini ed avessero accesso ai medesimi ruoli: lo stesso non si poté dire per i sistemi capitalistici.

Ricordi e sapori di un tempo che fu

Un altro importante filone dell’Ostalgie è quello che riguarda la fascinazione per i beni e l’estetica della DDR. Un esempio notissimo è Ost-Ampelmännchen, letteralmente l’omino del semaforo dell’Est. Tutti i semafori pedonali in Germania Est presentavano un omino stilizzato molto particolare, con un’aria sbarazzina ed un cappello a tesa larga. La leggenda vuole fosse ispirato ad Erich Honecker, il capo di stato DDR, ed alla sua passione per i cappelli di paglia. Quando la Germania si riunì, in moltissime città tedesche inclusa Berlino ci furono accese proteste per mantenere questo omino verde e luminoso al suo posto, anziché sostituirlo con le più moderne versioni occidentali. Ancora oggi, l'omino del semaforo è uno dei simboli maggiormente utilizzati, stampato o cucito in varie fogge sui gadget per turisti.

Analogamente le Trabant, macchine simbolo della Germania Est, oggi sono ricercatissime dai nostalgici: non è raro vedere colonne di queste piccole e solide vetture - in perfette condizioni - che si dirigono ad un raduno per appassionati. E Sandmännchen (letteralmente "Sabbiolino") è un personaggio ancora utilizzato per giocattoli, souvenir e materiale scolastico destinato ai più piccoli.

Negli ultimi anni, spesso e volentieri il fenomeno si è trasformato in uno scherzoso battibecco condito da un'abbondante ironia: i nostalgici dell’est che decantano i presunti pregi dei Plattenbau - i palazzi prefabbricati di Berlino Est - ed i dettatori della DDR che ricordano come ai tempi del socialismo non ci fossero le fragole, oggi una delle colture principali nella regione.

Good Bye, Lenin!, il film (2003)

Un film che sicuramente ha fatto conoscere la vita nella DDR al resto del mondo è stato “Good Bye, Lenin!” del 2003.

La trama: una fanatica funzionaria della DDR entra in coma poco prima della caduta del muro. Al suo risveglio, per non causarle troppo stress, la famiglia guidata dal figlio decide di fingere che la caduta del muro e la riunificazione non siano mai esistite e che la DDR sia più forte che mai. Per farlo devono ingegnarsi nel cercare i prodotti preferiti e ormai fuori produzione: una menzione speciale va agli Spreewald Gurke, gli iconici cetrioli sott’aceto della foresta dello Spreewald. Lo spettatore segue questa ricerca passo per passo e riesce ad immergersi nella vita quotidiana della Germania Est: il design sovietico dei mobili, il sapore dei cibi dimenticati, l'atmosfera rétro dei programmi TV.

Il film termina con il ricongiungimento della famiglia allargata, un tempo divisa dal muro, e con i vari protagonisti che con fatica si adattano alla nuova vita moderna. Molti vedono nel film una metafora di come sia stato improvviso e difficile per i cittadini DDR il cambiamento: il figlio della protagonista è ben consapevole dell’importanza di non considerare le novità come qualcosa di positivo in senso assoluto. Un film delicato e agrodolce, proprio come i leggendari Spreewald Gurke.

Vivere qualche ora nella DDR: il museo Alltag in der DDR

Non distante dal Mauerpark e ospitato in un edificio storico di fine '800 - la Kulturbrauerei in Schönhauser Allee al numero 36 - si trova il museo Alltag in der DDR, letteralmente “la quotidianità nella DDR”. Qui è esposta un'impressionante quantità di materiale originale risalente ai tempi della Repubblica Democratica Tedesca, con ricchissimi pannelli informativi e la possibilità di usufruire di una dettagliata audioguida sul telefono - nel caso, è raccomandato l'utilizzo delle cuffie.

Il visitatore può attraversare diversi ambienti fedelmente ricostruiti nei minimi dettagli: dall’ufficio del burocrate che deve approvare ambiziosi piani di produzione allo spogliatoio degli operai, dove gli oggetti quotidiani rivelano passioni sportive e frustrazione per le condizioni di lavoro. L'esperienza non trascura le zone legate alla vita familiare: un bar, un supermercato, l’interno di una cucina, fino alla visita di un appartamento nel Plattenbau, il tipico palazzone prefabbricato di matrice sovietica. Non ultimo, anche quello che succedeva nel tempo libero della Germania Est trova la sua rappresentazione in prima persona: le vacanze nei campeggi naturisti, l'amore per gli orti cittadini, i lunghi viaggi con la celebre Trabant.

Si raccomanda questa visita a chiunque sia interessato non solo alla storia come insieme di grandi eventi politici, ma anche come ad una evoluzione ed un intreccio di abitudini domestiche, di stili estetici e di intime storie personali.

Vivere qualche ora nella DDR: il museo Alltag in der DDR

Non distante dal Mauerpark e ospitato in un edificio storico di fine '800 - la Kulturbrauerei in Schönhauser Allee al numero 36 - si trova il museo Alltag in der DDR, letteralmente “la quotidianità nella DDR”. Qui è esposta un'impressionante quantità di materiale originale risalente ai tempi della Repubblica Democratica Tedesca, con ricchissimi pannelli informativi e la possibilità di usufruire di una dettagliata audioguida sul telefono - nel caso, è raccomandato l'utilizzo delle cuffie.

Il visitatore può attraversare diversi ambienti fedelmente ricostruiti nei minimi dettagli: dall’ufficio del burocrate che deve approvare ambiziosi piani di produzione allo spogliatoio degli operai, dove gli oggetti quotidiani rivelano passioni sportive e frustrazione per le condizioni di lavoro. L'esperienza non trascura le zone legate alla vita familiare: un bar, un supermercato, l’interno di una cucina, fino alla visita di un appartamento nel Plattenbau, il tipico palazzone prefabbricato di matrice sovietica. Non ultimo, anche quello che succedeva nel tempo libero della Germania Est trova la sua rappresentazione in prima persona: le vacanze nei campeggi naturisti, l'amore per gli orti cittadini, i lunghi viaggi con la celebre Trabant.

Si raccomanda questa visita a chiunque sia interessato non solo alla storia come insieme di grandi eventi politici, ma anche come ad una evoluzione ed un intreccio di abitudini domestiche, di stili estetici e di intime storie personali.

©2024 GUIDEITINERA.COM Tutti i diritti riservati

Puoi leggere Ostalgie: la nostalgia dell'Est in una delle seguenti Guide Itinera

Mauerweg: in cammino lungo il Muro di Berlino

Rivivi un fondamentale capitolo della storia umana lungo le vestigia del muro più famoso - e famigerato - d'Europa

Vai alla guida import_contacts