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Gropiusstadt bookmark

A seguito delle devastazioni subite nelle fasi finali della Seconda Guerra Mondiale un alto numero di edifici berlinesi fu abbattuto, innescando un drammatico bisogno di soluzioni abitative per gran parte della popolazione. Mentre la DDR non ebbe problemi di spazio, potendosi espandere in zone all’epoca non abitate per costruirvi enormi complessi di palazzi prefabbricati - i cosiddetti Plattenbau, dal nome delle placche in plastica di cui erano rivestiti - lo stesso non si poté dire per Berlino Ovest che, affamata di spazio, ebbe maggiori difficoltà nel reperire aree adatte.

Una di queste fu l'estesa zona agricola che si trovava alla congiunzione di Britz, Buckow e Rudow: dalle lettere iniziali dei tre distretti confinanti, a metà degli anni '50 iniziò la progettazione di enormi complessi residenziali chiamati BBR. Il progetto fu affidato al noto architetto Walter Gropius, uno dei fondatori della corrente Bauhaus. Il disegno iniziale prevedeva la costruzione di Hufeisensiedlung (letteralmente "insediamenti a ferro di cavallo"), ovvero palazzi di cinque piani disposti a semicerchio al cui centro trovavano posto aree verdi, case monofamiliari, ampi parcheggi e servizi commerciali. Il nuovo quartiere sarebbe stato collegato alla parte sud della città grazie al prolungamento delle linee ferroviarie urbane.

Con l’erezione del muro, l’impossibilità di espandersi oltre il confine con il Brandeburgo costrinse il progetto a subire una drastica revisione: i palazzi arrivarono a trenta piani, le case monofamiliari furono sostituite da parcheggi aggiuntivi ed i servizi commerciali diventarono pochi e rarefatti. Queste modifiche sostanziali permisero al nuovo quartiere di ospitare alloggi per 50.000 persone su 264 ettari di terreno. Molti di questi cambiamenti furono imposti dal senato di Berlino e lasciarono Gropius profondamente insoddisfatto: leggenda vuole che fino alla sua morte - avvenuta nel 1969 - l'architetto si sia opposto all’uso del suo nome collegato a quest'area che comunque, al termine dei lavori nel 1972, fu ufficialmente denominata Gropiusstadt.

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1978)

A distanza di pochi anni dal termine dei lavori di costruzione, i problemi del quartiere berlinese Gropiusstadt risultarono presto evidenti: sovrappopolazione, isolamento e difficoltà nel mantenere gli standard di sicurezza cui i tedeschi erano abituati. In poco tempo il quartiere si trasformò in un luogo degradato e progressivamente cominciò a spopolarsi.

La quotidianità nel Gropiusstadt è perfettamente descritta nel libro-reportage del 1978 “Wir, Kinder vom Bahnhof Zoo”: dalle campagne di Amburgo la protagonista e co-autrice Christiane F. si trasferisce proprio in queste periferie berlinesi e nella biografia - che inizialmente doveva essere una semplice intervista per il settimanale d'inchiesta Stern - viene descritta la spirale di degrado e disperazione percorsa dalla protagonista minorenne, fino all'annullamento tra tossicodipendenza, prostituzione e la condanna per detenzione di droga e ricettazione.

Oltre a Gropiusstadt, il libro è ambientato attorno alla stazione dello zoo, S Zoologische Garten: alla fine degli anni '70 questo luogo era un noto centro per lo spaccio di stupefacenti. Quando fu il momento di realizzare il film tutte le riprese in esterna vennero girate presso i due ingressi della stazione stessa ma non fu possibile utilizzarne gli interni, dato che le linee della S-Bahn (i treni cittadini che scorrono in superficie) erano gestite dalla DDR, che ovviamente non autorizzò le riprese. La BRD gestiva tutte le linee sotterranee della U-Bahn e si decise infine di utilizzare la linea U9 per le riprese interne. Per le scene girate nella stazione furono scritturati veri tossicodipendenti di Berlino Ovest, dove l’eroina costituiva un enorme problema: gli attori minorenni del film ancora oggi ricordano con terrore la loro esperienza, dovendo lavorare circondati da una malridotta folla di disperati.

Sono passati molti anni dalla pubblicazione del libro e la crisi abitativa di Berlino degli anni 2000 ha trasformato la zona, portando Gropiusstadt ad essere quello che è oggi: un quartiere nuovamente abitato e ben collegato da diverse fermate della metropolitana, ricco di servizi commerciali e con una forte componente di stranieri, che in precedenza incontravano maggiori ostacoli nell’assegnazione di case. Sia il giardino zoologico sia la fermata della linea metropolitana S Zoologische Garten esistono ancora oggi: non sono più luoghi di ritrovo per i tossicodipendenti, bensì uno degli accessi privilegiati alla zona dello shopping di lusso della città.

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