Nella Seconda Guerra Mondiale, soprattutto durante la battaglia finale per la conquista della città, moltissimi palazzi di Berlino furono gravemente danneggiati. Le due amministrazioni - quella federale e quella socialista - si trovarono a dover affrontare il problema di fornire un tetto ai berlinesi. Ad Est la soluzione praticata fu la costruzione di enormi palazzoni prefabbricati in aree periferiche, per contro la BRD - a causa del limitato spazio a disposizione - procedette con una strategia di densificazione aumentando il numero di piani dei palazzi, riducendo le dimensioni degli appartamenti e costruendo enormi conglomerati di edifici comunicanti.
L’applicazione miope di queste politiche portò a risultati non desiderati che segnarono Berlino per i decenni a venire: la DDR decise di abbandonare interi quartieri - zone centrali come Prenzlauer Berg e Friedrichshain - considerato l’elevatissimo costo di ristrutturazione dei palazzi. Qualcosa di simile avvenne a Kreuzberg, Berlino Ovest, dove si decise di non investire nella riqualificazione del quartiere a causa del suo isolamento.
Alla caduta del muro non sfuggì ai grandi gruppi immobiliari l’opportunità che si stava delineando all'orizzonte: importanti compagnie investirono immediatamente e massicciamente nell’acquisto di enormi complessi in aree centrali - abbandonate o in stato di degrado - spuntando prezzi irrisori. La città, a causa del suo riassestamento, rimase relativamente spopolata per tutti gli anni '90: questa concentrazione di proprietà immobiliari in poche mani non ebbe immediate ripercussioni e i prezzi di affitti e vendite rimasero sensibilmente più bassi di qualsiasi altra città tedesca e di ogni altra capitale europea. Negli anni '10 Berlino - divenuta centro di aziende tecnologiche nel settore terziario - ha vissuto un ragguardevole boom demografico, principalmente composto da immigrazione qualificata: i prezzi degli alloggi sono rapidamente saliti alle stelle, quadruplicando in pochi anni.
Oggi le politiche di protezione degli affitti aiutano chi risiede da molti anni a Berlino - con canoni di affitto calmierati e completamente fuori mercato - ma i nuovi arrivati devono fronteggiare prezzi che crescono di trimestre in trimestre: non è raro che un nuovo arrivato si lamenti di affitti che superano i mille euro mentre il vicino di casa paga solamente i 250 euro previsti dal contratto del 1997. Nel 2016 il governo ha deciso di disincentivare tutti gli usi non abitativi degli appartamenti per alleviare la crescita incontrollata dei prezzi. Oggi affittare una casa su piattaforme come Airbnb è praticamente impossibile e la ricezione turistica è completamente demandata ad hotel ed ostelli: i prezzi sono alti e la disponibilità è limitata, soprattutto a confronto di altre capitali europee. Un chiaro esempio di come alcune scelte politiche, sebbene animate da buone intenzioni, per risolvere un problema ne abbiano creato un altro.
©2024 GUIDEITINERA.COM Tutti i diritti riservati
Puoi leggere La (spinosa) questione degli alloggi a Berlino in una delle seguenti Guide Itinera
Rivivi un fondamentale capitolo della storia umana lungo le vestigia del muro più famoso - e famigerato - d'Europa
Vai alla guida import_contacts