Rabbit à la Berlin: i conigli del muro

APPROFONDIMENTI

La “zona della morte” era un’area che separava le due diverse mura che circondavano Berlino Ovest: il muro esterno - che passava esattamente sulla linea di confine - ed il muro di difesa che si trovava alcune decine di metri dentro al territorio DDR ed era presidiato da guardie armate. Tra i due muri si trovava una fascia di terreno abbandonata, costantemente sorvegliata dai soldati dell’Est autorizzati a sparare ad ogni persona che attraversava la zona. Questa feroce consegna, che ha causato negli anni più di cento morti e migliaia di feriti, non valeva però per gli animali.

Trattandosi di un’area relativamente tranquilla e coperta d’erba, questa terra di nessuno fu in pochi anni popolata da migliaia di conigli che qui trovavano pace, cibo e la possibilità di girovagare indisturbati. Furono immediatamente presi in simpatia dai berlinesi, che apprezzavano la loro assoluta indifferenza ai confini: sgattaiolavano attraverso il filo spinato, sereni attraversavano le letali trincee e con pazienza scavavano piccoli tunnel che attraversavano l'invalicabile muro. La loro tenacia ricordava quotidianamente ai berlinesi che la divisione non era uno stato cui abbandonarsi, ma qualcosa contro cui lottare.

A ricordo dell’affetto provato per questi conigli, nel 1999 l’artista berlinese Karla Sachse installò - lungo i marciapiedi di Chausseestrasse - centoventi placche di ottone a forma di coniglio, molte delle quali sono visibili ancora oggi: quest’area è da allora chiamata il Kaninchenfeld, ovvero "il campo dei conigli". Nel 2009 fu girato un documentario, “Rabbit à la Berlin”, che ottenne una nomination agli Oscar: l'opera racconta la storia del muro da un inedito punto di vista, quello dei conigli che lo hanno abitato.

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