Il Muro di Berlino (Berliner Mauer) - simbolo duraturo della divisione ideologica e politica della Guerra Fredda - non solo attraversava il cuore di Berlino ma circondava anche la parte occidentale della città, separandola dallo stato confinante del Brandeburgo. Lungi dal voler raccontare in maniera esaustiva la determinante parentesi di storia che va dal 1961 al 9 novembre 1989, resta comunque opportuno ricapitolare per sommi capi quella che è stata la storia del Muro: ci sarà occasione - tra le pagine di questa guida - di approfondire ogni argomento qui solamente accennato.
La costruzione del Muro di Berlino iniziò nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 con l'obiettivo dichiarato di bloccare l'emorragia di cittadini che da Est desiderava stabilirsi a Ovest della città: la propaganda sovietica non poteva tollerare questa protesta silenziosa e involontariamente manifesta. L'idea era quella di creare una barriera fisica che isolasse Berlino Ovest - una parte della città controllata dagli Alleati occidentali (Repubblica Federale Tedesca, BRD) - dal resto della Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca, DDR), una nazione socialista sotto l'influenza sovietica.
Era questo un periodo storico complesso per le potenze del Patto di Varsavia: le ribellioni popolari - come in Ungheria nel 1956 - sommate all'ormai certezza che un'economia socialista non potesse garantire gli stessi risultati di una gestione di stampo occidentale, mettevano forte pressione sui governi dell'est Europa. Tra il '49 e il '61 circa 2,6 milioni di cittadini della Germania Est si rifugiarono ad Ovest - prevalentemente lavoratori specializzati e accademici - creando un enorme problema di credibilità internazionale per il governo: questa questione doveva essere risolta.
Il promotore della costruzione di un muro fisico fu Walter Ulbricht, all’epoca Segretario del Partito Socialista e capo del Consiglio di Stato. L’idea incontrava riserve da parte degli alleati sovietici, inoltre destava preoccupazione l’ingente costo in termini di materiali e manodopera: si era stimata una spesa di 16 milioni di marchi in un paese in grossa crisi economica, dove il costo di un panino farcito era di circa un marco. Alla fine la volontà di Ulbricht prevalse e il muro fu approvato nella primavera del 1961: fu costruito nel mese di agosto e fu battezzato Antifaschistischer Schutzwall, ovvero muro di protezione antifascista.
La struttura di confine variò diverse volte nel tempo, ma in generale era composta da alte pareti di cemento - una inizialmente, due parallele in un secondo momento - difese da filo spinato, fossati antiveicolo, torri di sorveglianza e sensori di movimento. Naturalmente le conseguenze umane ed emotive per i berlinesi - e per la popolazione tedesca nel suo insieme - furono enormi: la separazione fisica imposta da questa barriera invalicabile spezzò famiglie e privò le persone della libertà di circolazione. Fu solo il 9 novembre 1989, con la caduta del Muro di Berlino, che finalmente le barriere fisiche furono abbattute: la città di Berlino e la regione di Brandeburgo poterono infine ricongiungersi.
Il numero di vittime totali della sorveglianza di confine è stimato tra le 140 e le 200 persone: è molto frequente trovare lungo il percorso dei memoriali a ricordo dei caduti. Il viaggiatore che percorre il Mauerweg si troverà costantemente sospeso tra due opposte sensazioni: da un lato la percezione di visitare una parte di mondo che fu al centro di eventi epocali. Dall’altra, curiosare discretamente da una porta sul retro per trovarsi immediatamente catapultato nella sfera privata dei berlinesi e - purtroppo - constatare come la storia e la politica internazionale abbiano avuto un impatto tangibile e doloroso sulla vita quotidiana dei singoli.
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