Il paese di Sciolze giace, morbidamente disteso, sulla collina di un territorio che ancora sa di Monferrato, nonostante i suoi venti chilometri da Torino. Ah, speriamo che lo visitiate per vostra curiosità e non perché qualcuno vi ci ha mandato: c'è stato infatti un tempo in cui per mandare al diavolo qualcuno, in Piemonte, si diceva proprio “Vai a Sciolze!” (Va a Siosse!), ricordo dei giorni in cui tra le mura del castello venivano eseguite numerose condanne a morte.
Probabilmente abitato già in epoca pre-romana, si ha traccia della sua origine a partire da alcuni documenti del 1034 conservati all’interno dell’Abbazia di Vezzolano che raccontano di come Sulciam (Sciolze) e Faniolo (Fagnour, il colle poco distante) vennero concesse - insieme ad altre località - dall’abbazia di Nonantola in Friuli ai Conti di Briandate e successivamente al comune di Chieri, estesosi sempre più a causa degli indebitamenti dei Conti stessi.
Ancora oggi è possibile osservare ciò che resta dell’epoca medioevale attraverso il castrum, oggi Castello di San Severino, e la villa, il grazioso centro abitato.
Passato in seguito dal Marchesato di Monferrato al Ducato di Savoia, il paese rimase sotto l’egemonia francese fino al 1814, anno in cui la monarchia sabauda - terminato anche il periodo napoleonico - suddivise il Piemonte in mandamenti di giudicatura, di cui Sciolze fu uno dei capoluoghi.
Luogo di villeggiatura delle abbienti famiglie torinesi già in epoca ottocentesca, Sciolze è oggi un quieto abitato di circa 1500 abitanti.
A poca distanza da Sciolze si erge - con i suoi 500 mt di altezza - il colle del Fagnour, riccamente verdeggiante e assai suggestivo: da qui lo sguardo si perde, aprendosi, dalle Alpi fino agli Appennini. Alcuni documenti dell’anno mille raccontano che sul colle si svolgeva una vivace e ricca attività contadina, da cui si immagina che il primo insediamento della comunità di Sciolze trovò la sua naturale ubicazione proprio su questa collina più che nei paraggi del vicino castello.
Il colle ospita la chiesa di Santa Lucia del Fagnour (ca. 1200), che si pensa essere la più antica del territorio di Sciolze. Facevano parte di questo edificio anche il camposanto e il romitorio in cui viveva l’eremita di Sciolze, che secondo la tradizione portò la fede cristiana in queste zone. In realtà probabilmente il cristianesimo iniziò a diffondersi in un periodo precedente all’anno mille grazie alla comunità benedettina dell’Abbazia friulana di Nonantola, che qui deteneva il suo potere, e la stessa chiesa di Santa Lucia potrebbe risalire addirittura all'XI secolo.
Dell'edificio – oggi nascosto dalla vegetazione e rintracciabile solo grazie ad un piccolo vialetto d'accesso - possiamo solo immaginare gli antichi splendori e i brillanti colori degli affreschi, ormai distrutti da umidità e incuria: intorno al 1700 Sciolze costruì un nuovo cimitero cittadino e la chiesa del Fagnour smise di essere un riferimento per il culto dei morti, ritirandosi silenziosamente - come un eremita - tra i boschi.
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