Apertura: visitabile saltuariamente su prenotazione
Del luogo - una sorta di sterminata reggia che è impossibile non notare - si hanno notizie a partire dal XV secolo. Darola era uno dei nuclei originari dell’antica abbazia di Lucedio insieme ad altre cinque grange: Leri, Montarolo, Castelmerlino, Montarucco e Ramezzana. Coltivato a riso dai monaci cistercensi, ancora oggi il paesaggio è caratterizzato dagli innumerevoli specchi d'acqua che, a perdita d'occhio, disegnano un'immensa scacchiera nelle pianure circostanti.
La tenuta di Darola è un affascinante esempio di architettura rurale che richiama la presenza dell'antica grangia grazie alla disposizione dei vari edifici che compongono la corte interna, tra i quali i resti di una torre a pianta quadrata - ancora ben conservata - che viene utilizzata per il passaggio da un cortile all’altro della tenuta.
Con il progressivo allontanamento dei cistercensi e dopo numerosi passaggi di proprietà tra famiglie laiche, le grange originarie dell’abbazia di Lucedio vennero cedute in proprietà al principe Camillo Borghese. Nel 1818 furono acquistate da una società costituita tra gli altri dal marchese Michele Giuseppe Benso di Cavour, padre di Camillo: non a caso nei dintorni si trova il paese chiamato Grangia Leri-Cavour, frazione di Trino.
Oggi Darola è una tenuta di oltre 400 ettari gestita privatamente e prosegue la sua attività secolare di produzione di riso di alta qualità.
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