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Nei pressi del paese di Trino ci si imbatte in un bosco che sembra galleggiare sull'acqua, una zattera verde posta al centro di sterminati campi coltivati a riso. È il Bosco delle Sorti della Partecipanza, una foresta di 600 ettari circa sopravvissuta alla trasformazione in risaia e giunta ai giorni nostri grazie ad un antico codice di gestione dei tagli e del prelievo legnoso che risale al 1275 che viene rispettato ancora oggi da tutta la comunità. Il suo nome - sicuramente inusuale - è strettamente legato allo stato di conservazione dell'area e al suo destino nel corso dei secoli.
Il bosco venne donato dal Marchese del Monferrato Guglielmo il Grande alle famiglie di Trino in comune proprietà (la Partecipanza), le quali lo amministrarono in modo collettivo perseguendo interessi comuni. La fruizione del bosco avveniva seguendo una regola precisa: il taglio del legname si teneva ogni anno in una zona diversa, in base ad una rigida turnazione. La zona scelta veniva suddivisa in aree minori, dette sorti o punti, che a loro volta venivano divise in quattro parti, chiamate quartaroli. Si estraeva poi a sorte un punto dove i partecipanti avrebbero potuto tagliare uno o due quartaroli, lasciando però interrati i ceppi in modo da favorire la ricrescita negli anni a venire. Da qui il nome del bosco, detto “delle Sorti della Partecipanza”.
Grazie a queste rigide regole di gestione, tramandate e rispettate ancora oggi, quest'area si è conservata come un'isola di biodiversità dove vivono e si riproducono specie animali che non potrebbero sopravvivere in un ambiente a monocoltura come quello delle risaie. A primavera inoltrata, la fioritura dei mughetti e la vegetazione rigogliosa lasciano a bocca aperta i visitatori.
È possibile anche che, in epoche precedenti la Partecipanza, questo bosco venisse considerato sacro, dedicato ad Apollo, e che pertanto fosse stato sempre protetto a fine di culto.
In ogni caso, la sua fama e le sue tradizioni sono giunte anche oltreoceano: un ingegnere della NASA visitò il luogo, memore dei racconti in dialetto piemontese del nonno emigrato in America, uno dei Partecipanti che - con orgoglio - da altre epoche ha traghettato intatta quest'isola verde fino ai giorni nostri.
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