Con i suoi 549 metri sul livello del mare, Albugnano è il più alto comune del Monferrato. Grazie alla sua posizione - e al panorama che si può ammirare dalla sommità del paese - viene definito il "balcone del Monferrato". E non a torto: dal Belvedere Motta la vista spazia su prati e vigneti, tra belle case padronali settecentesche, colline e paesini, catene montuose che si stagliano all'orizzonte e che spaziano dalle Alpi Marittime fino alle Alpi Cozie.
L'origine di questo nome potrebbe discendere dai possedimenti della famiglia Albinius, Albonius o Albucius. Dai numerosi reperti fossili trovati durante le operazioni di aratura dei terreni è emerso infatti che queste terre erano già abitate ai tempi della dominazione romana: forse i patrizi dell'antica Torino (Augusta Taurinorum) amavano trascorrere periodi di villeggiatura su questi colli, nelle loro ville circondate dal verde. Un'altra possibile spiegazione del toponimo può derivare dalla conformazione fisica del terreno, di colore biancastro, albus in latino: in alcuni scritti del XII secolo si trova infatti menzionata una Vallis Albignana.
Piccolo borgo di soli 500 abitanti, Albugnano è noto anche perchè vi soggiornò la Regina Margherita di Savoia: in realtà fu una sosta obbligata, in quanto l'auto sulla quale viaggiava ebbe un guasto e costrinse la regnante a fermarsi per due giorni preso l'albergo Gelsomino. In ricordo di quella visita le fu intitolata l'attuale Via Regina Margherita, nel centro storico del paese.
Chiamato anche piazzale della Torre - in ricordo di un antico castello risalente al XV secolo la cui torre sopravvisse fino alla metà dell'Ottocento – questo slargo è ombreggiato da alcuni cedri e nei suoi paraggi sorge il Parco della Rimembranza, dove si possono trovare alcuni cippi che onorano i caduti di Albugnano durante le due guerre mondiali.
Il parco ospita anche il cosiddetto "olmo del ciabattino", ovvero i resti di un antico albero secolare nella cui cavità un ciabattino svolgeva la sua attività. L'olmo è celebre anche perché tanto caro a Don Bosco, che teneva lezione ai suoi ragazzi proprio intorno al grande albero.
La storia di Albugnano si intreccia con quella della vicina abbazia di Vezzolano che, come in passato accadeva, deteneva i diritti sui territori circostanti.
Entro le mura del cimitero cittadino si trova la Chiesa di San Pietro "de Fenestrella" che, insieme alla canonica di Vezzolano, fa parte di una rete che riunisce venti chiese di epoca romanica sparse per tutto il territorio circostante. Questo nome, "de fenestrella", si pensa possa avere due origini: da una parte, le piccole finestrelle di cui è composta la chiesa; dall'altra, la sua collocazione tra due monti che la fanno sembrare una finestra con una splendida vista sulla valle di Aramengo e Marmorito.
Albugnano, dal cui belvedere è possibile ammirare il Monferrato quasi nella sua interezza, dà il nome ad una piccola perla enologica: l’Albugnano Doc. Questo eccellente vino nasce dal Nebbiolo, vitigno simbolo del Piemonte in tutto il mondo, e può essere vinificato in purezza - cioè usando esclusivamente questa varietà - oppure tagliato per un massimo del 15% con altri vini della zona (Barbera, Freisa e Bonarda) per dare freschi rosati oppure vini rossi capaci di invecchiare bene nelle nostre cantine.
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